Mutui 2025: torna il tasso variabile nel mercato dei mutui
Dopo oltre due anni di predominio del tasso fisso, il mercato dei mutui entra in una fase di cambiamento sostanziale.
Ecco alcuni numeri:
- Tasso fisso medio: 3,19%
 
- Tasso variabile puro: 2,30%
 
- Tasso variabile con cap: 2,73%
 
Il differenziale è tornato ad ampliarsi in modo evidente, riportando il mutuo a tasso variabile al centro del confronto. Una condizione che non si vedeva da anni e che impone una riflessione più ampia sulla gestione del debito nel medio periodo.
Indice dei contenuti
Esempio pratico: quanto si risparmia oggi
Su un mutuo di 200.000 euro in 25 anni, la differenza tra tasso fisso e variabile può superare i 90 euro mensili, equivalenti a un risparmio complessivo di oltre 27.000 euro.
In termini concreti, chi oggi sceglie un variabile puro si trova con una rata più leggera e un costo complessivo inferiore, anche se a fronte di un rischio maggiore di oscillazione futura.
Il tasso fisso resta invece la scelta più prudente per chi desidera stabilità e prevede un reddito costante nel tempo.
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Perché il variabile torna competitivo
Il cambiamento nasce dal nuovo corso della Banca Centrale Europea, che ha iniziato a ridurre il costo del denaro per sostenere la crescita economica.
Il risultato è una discesa dell’Euribor, il parametro dei mutui variabili, mentre l’Irs – riferimento dei tassi fissi – resta ancora elevato a causa delle aspettative inflazionistiche sul medio periodo.
In sintesi, il breve periodo si sta alleggerendo, ma il lungo resta più rigido.
È la ragione per cui i mutui indicizzati tornano appetibili, soprattutto per chi dispone di una buona capacità di rimborso e di una riserva finanziaria adeguata.
Una nuova mentalità nel rapporto con il credito
Il ritorno del variabile non è solo un fenomeno tecnico, ma un segnale di maturazione finanziaria.
Dopo anni in cui il tasso fisso rappresentava l’unica scelta “sicura”, oggi il mercato premia la consapevolezza del rischio e la capacità di gestirlo.
Il variabile con cap rappresenta una soluzione intermedia, che protegge da rialzi eccessivi pur beneficiando dei tassi in calo.
Il fisso, invece, conserva la sua funzione di copertura per chi non vuole sorprese sul lungo periodo.
Le misure della Legge di Bilancio 2025
Un segnale di continuità arriva anche dalla Legge di Bilancio 2025, che proroga fino al 31 dicembre 2027 la disciplina del Fondo di garanzia per la prima casa.
La misura copre fino all’80% del mutuo per giovani under 36, famiglie numerose e nuclei con ISEE contenuto, agevolando l’accesso al credito in una fase di transizione del mercato.
Questo intervento non solo sostiene i nuovi acquirenti, ma contribuisce a stabilizzare la domanda immobiliare, garantendo maggiore fluidità nelle compravendite.
Prospettive future: il credito come leva di equilibrio
La riapertura del confronto tra fisso e variabile segna un nuovo equilibrio nel mercato del credito.
Dopo anni di tassi rigidi e decisioni quasi obbligate, torna la possibilità di scegliere in base al proprio profilo di rischio, alle prospettive reddituali e alla durata del progetto di vita.
In un contesto economico che cambia rapidamente, la vera stabilità non è bloccare la rata, ma saper leggere il momento giusto per decidere.
Per chi si prepara ad acquistare casa nel 2025, questa è l’occasione per tornare a ragionare sul mutuo come strumento strategico, e non solo come vincolo.
Dal blog immobiliare
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