Cosa succede se non paghi la TARI
TARI non pagata: cosa succede davvero? Rischi, sanzioni e come mettersi in regola.
Pagare la tassa sui rifiuti – la TARI – è un obbligo previsto dalla legge per chiunque possieda o detenga un immobile potenzialmente produttivo di rifiuti urbani. Ma cosa succede concretamente se si omette questo pagamento? In questo articolo analizziamo le conseguenze previste dalla normativa, come calcolare sanzioni e interessi, e in quali casi è ancora possibile sanare la posizione.
Indice dei contenuti
- 1 Quando scatta l’accertamento
- 2 Sanzioni e interessi: quanto può costare il ritardo?
- 3 Prescrizione: quando il debito si estingue
- 4 Cosa rischia davvero chi non paga
- 5 Se vendo casa e la TARI non è stata pagata, cosa succede?
- 6 Eredità e obblighi: cosa succede agli eredi
- 7 Pagamento e rateizzazione: come mettersi in regola
- 8 Santalfredo consiglia
Quando scatta l’accertamento
Il primo segnale d’allarme arriva dal Comune: se il versamento della TARI non avviene nei termini previsti, l’ente locale invia un sollecito. Se anche questo rimane senza risposta, si procede con l’avviso di accertamento esecutivo, uno strumento che impone formalmente al contribuente di saldare quanto dovuto.
Da quel momento decorrono 60 giorni, trascorsi i quali si attivano le misure di riscossione coattiva.
Sanzioni e interessi: quanto può costare il ritardo?
Il mancato pagamento non comporta solo il saldo dell’importo originario, ma anche sanzioni proporzionate al ritardo. Secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 471/1997, l’importo finale può variare in base al tempo trascorso:
- Entro 14 giorni dalla scadenza: sanzione dello 0,1% giornaliero;
- Tra il 15° e il 30° giorno: sanzione dell’1,5%;
- Dal 31° al 90° giorno: 1,67%;
- Da 91 giorni a un anno: 3,75%;
- Oltre un anno: si arriva al 30% dell’importo.
A queste percentuali si sommano gli interessi legali e – se si avvia la riscossione coattiva – anche gli oneri esecutivi.
Prescrizione: quando il debito si estingue
La TARI non riscossa dal Comune si prescrive in 5 anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuto il pagamento. Ad esempio, per una tassa del 2019, la prescrizione parte dal 1° gennaio 2020 e si completa il 1° gennaio 2025.
Attenzione però: ogni comunicazione formale da parte del Comune, come una cartella esattoriale, interrompe il conteggio, facendo ripartire il termine da zero.
Durante il periodo emergenziale Covid, il calcolo della prescrizione è stato sospeso per 85 giorni, slittando ulteriormente la scadenza.
Cosa rischia davvero chi non paga
Cosa succede se non paghi la TARI. Superati i termini senza regolarizzazione, il Comune può procedere con azioni incisive, tra cui:
- Fermo amministrativo del veicolo;
- Pignoramento di conti correnti, stipendi o pensioni;
- Ipoteca sull’immobile intestato al contribuente;
- Denuncia penale, se il debito supera i 30.000 euro.
Se vendo casa e la TARI non è stata pagata, cosa succede?
Quando si vende un immobile, la responsabilità del pagamento della TARI resta in capo a chi ha detenuto l’immobile nel periodo in cui la tassa era dovuta. In altre parole, il venditore è tenuto a saldare eventuali arretrati della TARI fino alla data del rogito, o fino alla cessazione effettiva dell’uso dell’immobile, se avvenuta prima.
1. Il debito TARI resta al venditore
La TARI non è un onere che si trasmette automaticamente all’immobile. Il Comune non può chiedere al nuovo proprietario il pagamento di importi non versati dal precedente intestatario. Fa eccezione il caso in cui il trasferimento di proprietà avvenga nell’ambito di una successione accettata senza beneficio di inventario.
Il nuovo acquirente inizierà a pagare la TARI dal momento in cui acquisisce il possesso effettivo dell’immobile, anche se il rogito avviene in una data successiva.
2. Se la TARI non viene pagata, scatta la riscossione
Il Comune, nei confronti del venditore, può attivare le seguenti procedure:
- invio di un sollecito di pagamento;
- emissione di un avviso di accertamento esecutivo;
- avvio delle azioni di riscossione coattiva (come pignoramenti, fermi amministrativi, iscrizione di ipoteca).
La vendita dell’immobile non estingue il debito pregresso né impedisce al Comune di agire nei confronti dell’ex proprietario.
3. Cosa fare prima del rogito
Per evitare problemi e tutelarsi, il venditore dovrebbe:
- verificare con il Comune l’eventuale presenza di TARI non pagate;
- richiedere un’attestazione di regolarità del pagamento della tassa rifiuti;
- comunicare la cessazione dell’utenza TARI al Comune contestualmente alla vendita;
- indicare nel rogito, se necessario, gli accordi tra le parti in merito ad eventuali pendenze.
4. E se l’immobile è locato?
Nel caso di immobile affittato, la TARI può essere addebitata all’inquilino, ma solo se il contratto lo prevede espressamente e se l’inquilino ha l’uso esclusivo dell’immobile. In mancanza di comunicazioni formali o clausole specifiche, la responsabilità ricade sul proprietario.
Eredità e obblighi: cosa succede agli eredi
Nel caso in cui il contribuente deceda senza saldare la TARI, l’obbligo può trasferirsi agli eredi, soprattutto se questi hanno accettato l’eredità in modo “puro e semplice”. Con il beneficio d’inventario, invece, l’obbligo si limita al valore dei beni ereditati.
Pagamento e rateizzazione: come mettersi in regola
È sempre possibile regolarizzare la propria posizione, anche in ritardo, provvedendo al pagamento delle somme dovute spontaneamente. Alcuni Comuni consentono la rateizzazione: per conoscerne la disponibilità e le modalità, è necessario consultare il sito istituzionale dell’ente.
I metodi di pagamento comprendono:
- Modello F24 (codice tributo 3944);
- Bollettino postale;
- MAV bancario.
È importante inserire correttamente i codici TEFA, TEFN, TEFZ che identificano tributi, interessi e sanzioni.
Santalfredo consiglia
Anticipare questi controlli consente di evitare rallentamenti in fase notarile e rafforza la trasparenza dell’intera trattativa. Un venditore informato e in regola trasmette maggiore affidabilità, facilitando la conclusione dell’operazione.
Trascurare gli obblighi relativi alla TARI può comportare conseguenze significative, non solo sul piano economico. La normativa, tuttavia, prevede strumenti per regolarizzare la propria posizione anche in caso di ritardi. Conoscere le regole su sanzioni, prescrizione e riscossione è essenziale per evitare errori e agire con consapevolezza.
Il suggerimento è chiaro: verificare con attenzione le scadenze definite dal proprio Comune e, in caso di dubbi, intervenire tempestivamente. Agire per tempo può evitare complicazioni future e garantire una compravendita più serena.
Cosa succede se non paghi la TARI
Dal Blog Immobiliare Santalfredo
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