Perché le case restano sfitte in Italia?
Le vere cause tra paure, normative e nuove soluzioni per il mercato delle locazioni.
Indice dei contenuti
- 1 Il paradosso italiano: tante richieste di affitto, troppe case vuote
- 2 Affitti brevi: comodi capri espiatori o reale causa del problema?
- 3 Il nodo centrale: la paura del rischio
- 4 Un confronto internazionale: cosa accade in UK?
- 5 Cosa serve davvero per rilanciare il mercato degli affitti?
- 6 La voce di chi ci crede ancora
- 7 Vuoi approfondire
Il paradosso italiano: tante richieste di affitto, troppe case vuote
Lavorando ogni giorno sul campo, come professionista ma anche come investitrice immobiliare, mi trovo spesso a riflettere su un paradosso che tocca tutti: l’alta domanda di case in affitto non incontra un’offerta proporzionata, nonostante in Italia esistano oltre 9,5 milioni di abitazioni attualmente non utilizzate.
È un dato che lascia spazio a una domanda inevitabile: perché tante case restano vuote, mentre i canoni di locazione diventano sempre più insostenibili per molte famiglie?
Affitti brevi: comodi capri espiatori o reale causa del problema?
Negli ultimi anni si è puntato il dito sugli affitti brevi, spesso additati come la causa della scarsità di immobili disponibili per la locazione tradizionale. Eppure, i dati parlano chiaro: solo il 2% del patrimonio abitativo nazionale è destinato agli affitti brevi a uso turistico (fonte: Istat).
Sarebbe un errore, oltre che miope, limitare il dibattito a una questione di piattaforme e turisti. Il problema è strutturale, e va cercato nella sfiducia che molti proprietari provano verso il mercato della locazione.
Il nodo centrale: la paura del rischio
Chi ha immobili da affittare – e parlo anche per esperienza diretta – valuta ogni decisione con attenzione. Il timore dell’inquilino moroso, i tempi lunghissimi degli sfratti, la fiscalità che impone imposte anche su canoni non riscossi, i costi di ripristino dell’immobile dopo una locazione problematica: tutto questo pesa.
Il mercato è bloccato non solo dalla domanda, ma anche dalla psicologia di chi potrebbe offrire case in affitto, ma non si sente tutelato.
Un confronto internazionale: cosa accade in UK?
Guardiamo al Regno Unito: un recente studio dell’istituto Aldermore ha rivelato che il 31% dei proprietari britannici sta pensando di uscire dal mercato delle locazioni. Il motivo? Un mix di normative sempre più restrittive, costi di gestione in aumento e il rischio concreto di perdere il controllo sul proprio immobile. Le conseguenze sono ovvie: meno case in affitto, più concorrenza tra gli inquilini e canoni in salita.
È un copione che potrebbe ripetersi anche in Italia, se non si interviene in modo strutturale e lungimirante.
Cosa serve davvero per rilanciare il mercato degli affitti?
Le analisi condotte da Fimaa Italia, per voce del suo presidente Santino Taverna, indicano alcune linee di intervento necessarie per sbloccare il mercato locatizio in Italia. Tra le principali:
- Riforma della disciplina locatizia
Una riforma delle locazioni residenziali: oggi la paura della morosità, unita a lunghi tempi per lo sfratto e imposte dovute anche in assenza di incasso, scoraggia molti proprietari. Questo frena l’offerta anche nelle aree dove si potrebbe rispondere rapidamente al bisogno abitativo, come nei quartieri semicentrali di Milano o nei comuni brianzoli ben serviti. Serve un equilibrio più giusto tra diritti del conduttore e tutele per il locatore. Non parliamo di deregolamentazione, ma di trasparenza e garanzie reciproche, ad esempio con sfratti più rapidi in caso di morosità grave.
- Incentivi alla locazione garantita
Una misura concreta potrebbe essere il rafforzamento delle garanzie pubbliche o assicurative per i proprietari, legate alla solvibilità degli inquilini, evitando così che l’unico filtro diventino i redditi dichiarati.
- Riattivare il fondo Consap per i mutui
Un altro passo chiave è facilitare l’accesso al credito per le famiglie. In molte realtà dell’hinterland milanese, le famiglie pagano un canone d’affitto pari a una rata di mutuo, ma non riescono ad accedere al credito. Un fondo di garanzia permetterebbe di alleggerire il mercato delle locazioni e facilitare l’accesso alla proprietà.
- Supporti per l’adeguamento energetico
La direttiva europea sulle “case green” impone interventi che, se non accompagnati da un sistema incentivante credibile, potrebbero indurre molti proprietari a non affittare per non ristrutturare. In zone come Monza o Vimercate, dove molte abitazioni risalgono agli anni ’70-’80, la direttiva “Case Green” rischia di diventare un disincentivo all’affitto. È un tema che va affrontato in modo strategico, con misure che aiutino davvero chi vuole mettere a reddito il proprio immobile.
La voce di chi ci crede ancora
Affittare un immobile oggi richiede più che mai visione, strumenti e consapevolezza. Lo dico anche da investitrice: non basta avere un bene, serve un contesto che valorizzi l’impegno di chi lo mette a disposizione.
In zone dinamiche come Milano, Concorezzo o Agrate Brianza, vedo ogni giorno casi in cui l’immobile potrebbe generare valore – economico e sociale – ma resta fermo per paura o mancanza di supporto. Ecco perché da anni lavoro per costruire una consulenza solida, personalizzata, capace di coniugare rendimento e sicurezza.
Chi affitta, oggi, merita di essere affiancato da chi conosce il territorio, le normative e le dinamiche del mercato. Per questo Immobiliare Santalfredo non si limita a pubblicare annunci, ma costruisce strategie su misura.
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